Avvisi bonari a 60 giorni: fortemente ridotto l’appeal del beneficio

Come noto (si veda la TP n. 9/2022), il nuovo art. 37-bis, DL 21/20222, inserito dalla legge di conversione, prevede che nel periodo compreso tra l’entrata in vigore della legge di conversione e il 31.8.2022, il termine di pagamento delle comunicazioni di irregolarità (i c.d. avvisi bonari) di cui all’art. 2, c. 2, D.Lgs. 462/1997, sia elevato da 30 a 60 giorni. Tale proroga degli ordinari termini di pagamento degli avvisi bonari è applicabile alle sole comunicazioni derivanti dalla liquidazione automatica della dichiarazione di cui agli artt. 36-bis, DPR 600/1973 e 54-bis, DPR 633/1972, restandone esclusi quelli scaturenti dal controllo formale della dichiarazione di cui all’art. 36-ter, DPR 600/1973. Dalla lettura della Relazione tecnica del maxiemendamento sul quale il Senato ha votato la fiducia (il DDL di conversione è ora al vaglio della Camera), parrebbe tuttavia evincersi che il beneficio sia applicabile solo in caso di pagamento in un’unica soluzione delle somme richieste con la comunicazione di irregolarità. Secondo la relazione, in particolare, l’estensione del termine di pagamento interessa solo i contribuenti che effettuano il pagamento integrale delle somme dovute (con sanzioni ridotte a 1/3) entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione di irregolarità, e non anche coloro che optano per il pagamento in forma rateale. I contribuenti che intendono versare le somme richieste in forma rateale (in un massimo di 8 rate trimestrali per importi fino a € 5.000 e in un massimo di 20 rate trimestrali per importi superiori a € 5.000) resterebbero dunque tenuti al pagamento della prima rata entro 30 giorni dalla notifica del relativo avviso bonario. Tale interpretazione, se confermata, si pone in aperto contrasto alla ratio della norma, che intende sostenere proprio i contribuenti che soffrono di mancanza di liquidità a causa degli effetti negativi cagionati dalla pandemia e dal conflitto bellico in corso.